Sanzioni amministrative: legittima la norma che inibisce l'applicazione del favor rei
- Giulia Esposito

- 19 giu
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 29 lug

La Corte di Cassazione, con la pronuncia della sentenza 1274/2025, è intervenuta in merito alla nuova disciplina riguardante le sanzioni amministrative ritenendo legittima la scelta del legislatore di aver inibito l'applicazione del favor rei.
La decisione è partita dal presupposto che l'applicazione della sanzione più favorevole è preclusa da un'espressa previsione normativa (art. 5 del D.lgs. n. 87 del 2024), la quale stabilisce che le sanzioni amministrative rivisitate in modo più favorevole al contribuente devono essere applicate alle sole violazioni commesse dal 1 settembre 2024.
La Corte ha evidenziato che, nonostante il legislatore abbia deciso di derogare al generale principio di retroattività della legge più favorevole, in ogni caso non entra in contrasto con i principi costituzionali.
Per poter ritenere legittima questa scelta del legislatore, basti pensare che una riforma che prevede sanzioni minori, con naturale riduzione di risorse già preventivate, riversa direttamente i suoi effetti sul raggiungimento di prestazioni standard in materie di rango costituzionale altrettanto sensibili (ad esempio prestazioni sanitarie, scolastiche e di sicurezza pubblica).
I Giudici della Corte concludono facendo notare, ragionevolmente, la correttezza dell'irretroattività per una riforma tributaria in cui si prevede un minor carico sanzionatorio.
Di seguito il testo integrale della sentenza:



