Riduzione al 20% della Tari, il contribuente deve dimostrare
- Giulia Esposito
- 30 apr
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La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7646 del 22 marzo 2025, ha stabilito che, per avere diritto alla riduzione al 20% della Tari, il contribuente deve dimostrare il mancato svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti nella zona di residenza o di dimora in cui è ubicato l'immobile o dove viene svolta la propria attività.
I giudici sostengono che il contribuente che invoca la riduzione, ha l'onere di dimostrare il presupposto ossia il mancato svolgimento del servizio, ovvero che il servizio sia svolto in grave violazione delle prescrizioni del regolamento del servizio di nettezza urbana.
Sempre la Cassazione, con l'ordinanza n. 5940/2022, aveva già chiarito che tale riduzione è obbligatoria e che l'interessato è tenuto a dimostrare solo la sussistenza dei presupposti normativi per averne diritto.
La riduzione tariffaria spetta anche se l'agevolazione non è stata deliberata dall'amministrazione comunale. Infatti, sono i commi 656 e 657 della L. 147/2013 ha fissare tale obbligo applicativo. E' necessario sottolineare che non si tratta di un risarcimento al contribuente o di una sanzione per l'ente, ma di un temperamento della tassazione come conseguenza del mancato svolgimento della raccolta.
La percentuale di riduzione viene poi graduata in relazione alla distanza dal punto di raccolta più vicino, presupponendo dunque che il servizio venga svolto, ma non nella zona ove è ubicato l'immobile.