MUD, contratti e fatture: solo così si ha esonero TARI per i rifiuti speciali
- Dario Tansini

- 3 ott
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La Corte di Cassazione sezione tributaria, con l’ordinanza n. 22116 del 31 luglio 2025, ha sottolineato la decisività dei contratti e delle fatture per dimostrare lo smaltimento di rifiuti speciali tramite ditte specializzate. In particolare, ha stabilito che per provare il diritto all’agevolazione non bastano i MUD e i registri carico/scarico, bensì è necessario che la società fornisca la prova di aver effettivamente proceduto allo smaltimento mediante ditte specializzate, producendo una copia dei contratti e/o delle fatture.
La Corte precisa inoltre che è onere dell’impresa produttrice dimostrare che le superfici occupate sono produttive di rifiuti speciali e pertanto escluse dal pagamento del rifiuto.
Non succede... Ma se succede: aneddoti e sventure tributarie
Il geometra Antonio Manca, titolare di una piccola ma agguerrita azienda di serramenti in alluminio, era noto nel suo ufficio per la sua memoria... diciamo, "selettiva". Era un mago del MUD (Modello Unico di Dichiarazione) e i suoi registri di carico/scarico erano sempre impeccabili, quasi opere d'arte calligrafica.
Un giorno, l'ufficio tributario comunale gli notificò un accertamento piuttosto salato sulla TARI (tassa sui rifiuti). Antonio si presentò con la sua pila di registri e MUD, pettoruto come un pavone: "Ecco, signora, qui dimostro che le mie polveri di alluminio sono rifiuti speciali e le mie aree produttive vanno escluse dalla tassazione!"
La funzionaria, la Dottoressa Scrupoli (un cognome, un destino), si strinse gli occhiali sul naso e rispose con un sorriso che celava l'acciaio di una recente formazione sulla Cassazione 22116/2025. "Molto bene, Geometra Manca. I registri sono perfetti. Ma mi dica: dove sono i contratti con la ditta di smaltimento? E, soprattutto, le fatture che provano che lei li ha effettivamente pagati per portare via il materiale, non so, l'anno scorso?"
Antonio sgranò gli occhi. "Le fatture? Ma... ho pagato in contanti, sa com'è, si fa prima! E il contratto... be', il contratto con 'Smaltimenti Rapidi S.r.l.' è verbale, basato sulla fiducia. Ci conosciamo dai tempi del calcetto!"
La Dottoressa Scrupoli incrociò le mani sul tavolo. "Mi spiace, Geometra. La Cassazione è chiara: per l'agevolazione servono prove scritte. Se i rifiuti li ha smaltiti solo con la 'fiducia' e un 'cinque' al campetto, per il fisco, quei rifiuti sono ancora lì, nella sua area, a godersi l'esenzione senza pagar dazio. O mi produce i documenti, o l'area è tassabile. E mi raccomando, non dimentichi di delimitare chiaramente quelle aree per il futuro!"
Antonio tornò in ufficio, pallido come le sue polveri di alluminio, e urlò al suo contabile: "Basta calcetto! Da oggi voglio contratti di 50 pagine e fatture che facciano rumore quando le stampi! E per la cronaca, mi serve un metro perimetro e un barattolo di vernice: devo delimitare il metro quadro dove mi bevo il caffè, che non produce rifiuti speciali, tranne forse un'eccessiva documentazione!"
Da quel giorno, ogni volta che Antonio vedeva una fattura, la accarezzava con un misto di rispetto e terrore, come un talismano contro gli spettri del Fisco e i fantasmi dei "contratti verbali".

